PER ANNI IL MANTRA E' STATO "CRESCITA"...ORA LA CRISI ECOLOGICA E' UNIVERSALE...SOLO LA "DECRESCITA" FORSE CI PUO' SALVARE...MA BISOGNA RACCONTARE "LA VERITA'" PER SALVARE L'UMANITA'...

PER ANNI IL MANTRA E’ STATO “CRESCITA”…ORA LA CRISI ECOLOGICA E’ UNIVERSALE…SOLO LA “DE-CRESCITA” FORSE CI PUO’ “SALVARE”…MA BISOGNA RACCONTARE “LA VERITA’”PER SALVARE L’UMANITA’…

“ Si tende a parlare della crisi ecologica in termini di “Antropocene”. Tale terminologia è errata. Non sono gli esseri “umani in quanto talila causa del problema, ma uno specifico sistema economico, il capitalismo, incentrato sulla crescita perpetua del PIL e da essa dipendente. La crescita non viene dal nulla. Il PIL è strettamente accoppiato all’uso di energia e risorse, cioè a tutto ciò che di materiale l’economia globale estrae, produce e consuma ogni anno. Questa crisi è dovuta quasi interamente ai paesi ad alto reddito del NORD del mondo, e soprattutto alle classi e aziende più ricche di questi paesi. Al riguardo non c’è alcun dubbio : il NORD è responsabile del 92% di tutte le emissioni che superano il limite planetario, fissato dagli scienziati a una concentrazione di CO2 nell’atmosfera di 350 ppm (parti per milione), un livello che abbiamo superato nel 1988. Al contempo, la maggior parte dei paesi del Sud del mondo è ancora ben al di sotto della quota di emissioni che le spetta e di quel confine: NON HA QUINDI MINIMAMENTE CONTRIBUITO ALLA CRISI (sott.mia!). Eppure è il Sud a subire la maggior parte dei danni che ne derivano., fra cui l’82-92% dei costi economici del collasso climatico e il 98-99% dei decessi legati al clima. Lo stesso vale per l’uso delle risorse. I paesi ricchi consumano in media 28 tonnellate di risorse pro capite l’anno, quattro volte di più del livello sostenibile e molte volte di più del livello del Sud del mondo…In breve la CRISI ECOLOGICA si sta dipanando lungo linee COLONIALI. La continua crescita del Nord del mondo è basata su processi di colonizzazione atmosferica e quindi sull’appropriazione di ecosistemi del Sud. Gli economisti che vogliono rendere “verde” la crescita pensano di DISACCOPPIARE il PIL dall’impatto ambientale. Ma gli scienziati rifiutano questa idea come empiricamente senza fondamento. Ricordiamolo : più crescita significa più domanda di energia, e più domanda di energia rende più difficile , se non impossibile, ridurre le emissioni a zero a un ritmo sufficientemente rapido. Gli economisti ecologici chiedono un approccio fondamentalmente diverso. Il primo passo è rendersi conto che le nazioni ad alto reddito non HANNO BISOGNO di ulteriore crescita. Sappiamo infatti che è possibile soddisfare i bisogni umani a un livello elevato con energia e risorse MOLTO MINORI di quelle che utilizzano attualmente i paesi ricchi. LA CHIAVE STA NEL RIDURRE LE FORME DI PRODUZIONE MENO NECESSARIE E ORGANIZZARE L’ECONOMIA attorno al BENESSERE UMANO INVECE CHE ALL’ACCUMULAZIONE DI CAPITALE. E’ questo che viene chiamato “DECRESCITA”. La “decrescita” chiede una riduzione pianificata dell’uso eccessivo di risorse ed energia nelle nazioni ad alto reddito per riportare l’economia in equilibrio con il mondo vivente in modo giusto ed equo. Dovremmo decidere in quali settori dell’economia abbiamo effettivamente BISOGNO di apportare miglioramenti (per esempio le energie rinnovabili, i trasporti pubblici e l’assistenza sanitaria) , e quali settori sono chiaramente distruttivi e vanno ridimensionati (SUV, VIAGGI AEREI, FAST FASHION,CARNE INDUSTRIALE, PUBBLICITA’, FINANZA, LA PRATICA DELL’OBSOLESCENZA PIANIFICATA, IL COMPLESSO MILITARE INDUSTRIALE, e così via). Ci sono enormi pezzi di economia incentrati perlopiù sul potere aziendale e il consumo d’elite, e senza di essi staremmo tutti meglio. Nella misura in cui l’economia richiederà meno manodopera, si potrà abbreviare la settimana lavorativa e suddividere il lavoro necessario più equamente. Si potrebbe anche varare un programma di lavori pubblici: per aumentare la capacità energetica rinnovabile, isolare termicamente gli edifici, produrre generi alimentari localmente e rigenerare gli ecosistemi. Nello stesso tempo, dobbiamo espandere i servizi pubblici universali per garantire che tutti abbiano accesso alle risorse necessarie per vivere bene (non solo assistenza sanitaria e istruzione, ma anche alloggi, trasporti pubblici, energia pulita, acqua, Internet) RIDUCENDO DRASTICAMENTE LA DISUGUAGLIANZA CON TASSE PROGRESSIVE SUL REDDITO E LA RICCHEZZA. Adottare questo approccio garantirebbe buoni mezzi di sostentamento per tutti, riducendo direttamente nello stesso tempo l’uso di energia e risorse e consentendo di decarbonizzare l’economia molto più rapidamente- NEL GIRO DI ANNI NON DI DECENNI – e invertire IL COLLASSO ECOLOGICO. Inoltre, significherebbe liberare i paesi del Sud del mondo dall’appropriazione imperiale in modo che possano mobilitare le loro risorse per soddisfare BISOGNI UMANI anziché servire i consumi del Nord.TALE VISIONE PUO’ SEMBRARE UN’UTOPIA, MA E’ POSSIBILE E NECESSARIA. E’ QUESTO IL MODO PER EVITARE IL COLLASSO ECOLOGICO E COSTRUIRE UNA CIVILTA’ GIUSTA ED EQUA PER IL XXI SECOLO. Naturalmente, tutto ciò richiederà una vera e propria lotta contro coloro che beneficiano in modo così strabiliante della struttura attuale dell’economia mondiale; RICHIEDERA’ ORGANIZZAZIONE, SOLIDARIETA’ E CORAGGIO. MA QUESTO VALE PER OGNI LOTTA PER UN MONDO MIGLIORE. “ – JASON HICKEL – in THE CLIMATE BOOK- Creato da Greta Thunberg – pg. 310- Antropologo economico, pofessore presso l’istituto di Scienze e tecnologie ambientali dell’Università Autonoma di Barcellona- HO SOLO “RIASSUNTO”-g.s.

                                                        Gaetano Stella- Lago di Chiusi- 20-03-23

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